Una serie di medaglioni musivi percorre tutta la basilica a mo' di catena aurea che la tiene la struttura ben legata e stabile. La secolare spina dorsale della Chiesa cattolica

Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli.

Luca 22,32

Una serie di eleganti medaglioni musivi percorre tutta la basilica di S. Paolo a mo’ di catena aurea continua che tiene la basilica ben legata e stabile. È la rappresentazione dei 266 papi che, in modo ininterrotto, si sono susseguiti lungo i secoli per mantenere unito il gregge che Cristo affidò a san Pietro. È come la spina dorsale di un corpo che attraversa i secoli e che garantisse la verità di dottrina, l’unità del popolo, la salvezza delle anime. Chi riconosce Pietro sulla terra come pietra fondante della salvezza, è da lui riconosciuto in Cielo, del quale Lui possiede le chiavi per introdurre tutti nel Regno dei Cieli.

È una catena fatta da 266 anelli (tanti sono i papi) che incomincia nel secolo primo con Pietro e che arriva al nostro secolo XXI con papa Francesco. Un anello da solo non regge, non lega, non fa catena, non serve. Gli anelli (belli o brutti, grandi o piccoli, santi o peccatori) uniti legano la terra al Cielo. Tutti hanno avuto la coscienza chiara dell’affermazione che ripeteva san Paolo VI alla fine della sua esistenza: “Sono vecchio, sono debole, ma sono Pietro!”.

Anche altrove ci sono alcune serie rappresentanti i papi: nella Cappella Sistina, dove viene eletto il successore di Pietro con la famosa fumata bianca che ne dà l’annuncio del Conclave finito, o nella navata centrale della basilica vaticana in cui si trovano i medaglioni ovali con i ritratti dei primi 56 papi martiri. È una catena di amore che lega i pontefici tra di loro con il popolo di Dio di tutti i tempi, costituendo così la Chiesa, mistero di unità. Sappiamo quanto nella Sacra scrittura siano importanti le genealogie per godere delle promesse divine. La successione dei papi costituisce un’originale genealogia che apre alla grande promessa della vita eterna fondata sulla fedeltà a Pietro e ai suoi successori. La suggestiva “cornice d’oro” dei ritratti papali ci invita a riflettere sul valore ecclesiale della “successione apostolica” e sulla lunga e “ininterrotta” catena di grazia che consente ancora oggi la diffusione del Vangelo affidato agli apostoli, specialmente a Pietro.

Prendiamo esempio dei cristiani maroniti del Libano. Alla conclusione di un loro sinodo e davanti al delegato pontificio nel settembre del 1596: “Sì, la vogliamo seguire (la Chiesa romana) ed essere sempre con essa dovunque andrà, ancorché andasse all’Inferno”. Iperbole audace per affermare la necessità di stare sempre con Pietro.