Si dice che la statua del Santissimo si voltò per guardare santa Brigida pregare. E il padre dei gesuiti incardinò qui la sua vocazione. Ecco perché la basilica è adorata da papi e venerabili

Gesù disse. ‘Tutto è compiuto!’. E, chinato il capo, spirò.

Giovanni 19,30

Diversi santi hanno legato la loro vita religiosa alla basilica di San Paolo fuori le Mura. Per esempio, santa Brigida di Svezia e lo spagnolo sant’Ignazio di Loyola. Ma perché? La spiegazione pare si trovi nel contrappasso che spettò a Paolo: cominciò la sua vita da persecutore dei fedeli di Cristo, la concluse come predicatore della sua parola.

In Terra Santa l’uomo era conosciuto come Saulo di Tarso, temuto inquisitore dei cristiani: “Vessava la Chiesa e cercava di distruggerla” ha ricordato papa Francesco all’Angelus del 26 dicembre 2015. Addirittura, il fustigatore disse la sua contro santo Stefano, poi condannato a morte, primo martire della Chiesa citato negli Atti degli Apostoli di san Luca. E qui si innesta l’altra domanda: come mai l’evangelista divenne sostenitore di colui che era stato un inflessibile anticristiano?

Dopo la visione di Gesù nel deserto (che gli chiedeva: “Saulo, perché mi perseguiti?”) l’ex aguzzino aveva tagliato i ponti con il passato. Si era ritrovato un’anima nuova conducendo un’esistenza del tutto diversa da quella che aveva vissuto prima di allora. Se aveva messo a morte chi credeva nella croce, adesso il suo unico scopo era quello di avvicinare le genti alla parola di Dio che lui stesso predicava. Una rivoluzione interiore che divenne profonda vocazione: Paolo fu il primo missionario della Chiesa cattolica.

Quindi, non è strano se due personaggi saliti agli onori degli altari – Brigida e Ignazio – incardinarono proprio a San Paolo fuori le Mura la loro vita religiosa.

Brigida era una nobile svedese. Preso marito, era diventata madre di otto figli (tra i quali la futura santa Caterina) e poi, rimasta vedova, aveva deciso di dedicare la sua vita a Cristo. Intorno al 1300, la donna giunse a Roma per realizzare tre cose: partecipare al Giubileo; pregare il Papa di lasciare Avignone (in Francia) e tornare in Vaticano; ottenere il riconoscimento della sua regola religiosa. E infatti, richiesta esaudita: nel XV secolo nacque l’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida (la Casa generalizia è a Roma, in piazza Farnese). L’importante evento fu preceduto da un altro episodio eccezionale, che si racconta verificatosi proprio nella basilica di San Paolo: mentre Brigida pregava la statua del Santissimo si voltò a guardarla.

E poi, c’è l’altra figura: Ignazio di Loyola, nel XVI secolo fondatore della Compagnia di Gesù. Il 22 aprile 1541 è nella chiesa all’Ostiense che lo spagnolo fece la sua solenne professione di fede, scrivendo a chiare lettere la missione paolina dell’Ordine: “Opera perché uomini e donne possano riconciliarsi con Dio, con loro stessi, l’uno con l’altro e con la creazione di Dio”.